PROLOGO

 

 

            La Mongolia Interna è una regione autonoma della Repubblica Popolare Cinese, situata nella regione settentrionale del paese e  confina ovviamente  con la Mongolia e la Repubblica Autonoma di Tuva, che è parte della Federazione Russa. Messe insieme queste tre zone assieme ad altre limitrofe formano la zona geografica chiamata Grande Mongolia.

            Nelle montagne della Mongolia Interna sorge una fortezza che appartiene ad un uomo che sogna un ritorno del grande Impero Mongolo e si proclama discendente di Gengis Khan in persona. Quale sia il nome con cui è nato solo pochi ormai lo sanno, ben più famoso e temuto è il nome che lui stesso si è scelto, un nome che si richiama al retaggio degli antichi dominatori della Cina Imperiale: il Mandarino.

            Indossa la lunga veste tipica dei funzionari che un tempo rivestivano quel grado, i lunghi capelli neri ricadono sulle sue spalle, altrettanto lunghi baffi ed un pizzo ben curato ornano il suo volto affilato.

            Siede su una specie di trono nel centro di un ampio salone e non si muove quando irrompono uomini in tute mimetiche e ben armati che lui sa appartenere alle forze speciali del Guojia Anquan Bu.[1] Si limita a dire:

-Siete arrivati fin qui, i miei complimenti. Siete più in gamba di quanto avessi immaginato.-

            Senza alcuna esitazione e senza proferire parola gli uomini gli sparano ma nessuna delle loro scariche di plasma  raggiunge il bersaglio: si fermano e ricadono una ad una sul pavimento.

            Il Mandarino si alza in piedi e le sue mani brillano di una strana luce.

-I vostri padroni pensavano davvero che fossi così facile da uccidere? Dovranno pagare per questa insolenza.-

            Le mani del Mandarino mutano: diventano verdi e scagliose, le dita, su ciascuna delle quali brilla un anello, assumono la forma di affilati artigli.

            Gli incursori mandati da Pechino urlano solo pochi istanti, poi la sala torna silenziosa.

 

 

 

N° 85

 

CON QUESTI ANELLI IO TI UCCIDO

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            La REvolution Inc. è un consorzio industriale tra i cui scopi sociali c’è la produzione di tecnologia d’avanguardia a basso costo per paesi in via di sviluppo che altrimenti non vi avrebbero accesso. Il principale azionista è una società privata che dalle iniziali dei suoi tre soci è chiamata TRS L.L.P.[2]

            Nella Sala Riunioni dell’Ambrose Building, sede della Fondazione Taylor, si sta svolgendo un incontro tra i suddetti tre soci: Dwayne Taylor, Anthony Stark e l’Avvocato Jeryn Hogarth in rappresentanza di Daniel Rand, che non è potuto intervenire per problemi di salute.[3]

-Non mi piace.- dice Dwayne Taylor, uno degli afroamericani più influenti di New York attraverso la fondazione benefica che porta il suo nome.

-Cosa non ti piace, Dwayne?- chiede il geniale inventore multimiliardario Tony Stark.

-Quello che è successo negli ultimi tempi. In pratica la REvolution ha passato più tempo a difendersi da attacchi esterni che a quelli che dovrebbero essere i suoi scopi primari.-

-Non è proprio così: la società ha appena concluso dei vantaggiosi contratti con la Cina.-

-Proprio di questo parlavo: la Cina ha bisogno di tecnologia a basso costo quanto io di un’abbronzatura.-

-Ma grazie ai soldi che incasseremo potremo permetterci di finanziare alcuni progetti che ti stanno a cuore. Il denaro non cresce sugli alberi, Dwayne.-

            Prima che Dwayne possa replicare, s’intromette il cicciottello e apparentemente gioviale Jeryn Hogarth:

-Se posso dire la mia… credo che l’importante sia riuscire nel nostro intento e mi pare che sia quello che sta avvenendo.-

-Esatto.- puntualizza Tony -In questo stesso momento un team della REvolution sta esaminando la realizzazione di uno di questi progetti sul posto e a guidarla c’è Jim Rhodes in persona. Dovresti sapere ormai, che a lui queste cose stanno a cuore come a te, Dwayne.-

            Dwayne Taylor tace pensieroso.

 

            L’ultima volta che James Rupert Rhodes è stato in queste zone dell’Asia era ancora nei Marines e credeva che ci sarebbe rimasto per sempre. Troppe cose sono cambiate da allora, alcune in meglio, altre in peggio.

            Il Sin-Cong è una piccola nazione incuneata tra Laos, Cambogia e Thailandia. Da quando, parecchi anni fa, ha guadagnato l’indipendenza dalla Francia, è passato da un regime all’altro e solo da poco una ancor fragile democrazia è stata ristabilita. L’aiuto della REvolution e di organizzazioni umanitarie come la Fondazione Maria Stark e la Fondazione Taylor è indispensabile sotto molti punti di vista.

-Eri già stato da queste parti, vero, Rhodey?- gli chiede la Dottoressa Glenda Sandoval, una bella donna nei cui lineamenti è evidente la presenza di antenati bianchi, neri e indios nel suo albero genealogico.

-Quando ero più giovane ed idealista.- spiega lui -Tempi di cui preferisco non parlare.-

-La capisco, Rhodes.- commenta Andrew Chord, un nero sui cinquant’anni dal cranio rasato e una folta barba scura -C’ero anch’io e non sono bei ricordi.-

-Anche per Parnell era cosi.- replica Glenda e il suo volto si rabbuia pensando al marito che l’ha abbandonata.

            Rhodey preferisce sviare subito il discorso.

-Pare che abbiamo un comitato di benvenuto.- dice.

            In effetti si sta avvicinando un gruppetto di persone da cui si stacca un’avvenente ragazza.

-Mr. Rhodes? Io sono Anna Wei. Il Primo Ministro mi ha incaricata di porgervi il suo benvenuto.-

-La ringrazio, Miss Wei, anche a nome dei miei compatrioti: la Dottoressa Sandoval e Mr. Chord della Fondazione Taylor.-

            La ragazza fa un cortese inchino ed aggiunge:

-Dottoressa… Mr. Chord… mi auguro che il vostro soggiorno qui sia piacevole e proficuo.-

            Perché sia migliore dell’ultima volta, non ci vorrà molto, pensa Chord.

 

            La sala della grande fortezza in Mongolia ora è vuota, a parte i sette cadaveri che giacciono scompostamente sul pavimento di  pietra con i lineamenti stravolti.

            Improvvisamente la sala si anima quando vi fanno ingresso tre uomini, tutti cinesi: uno è vestito all’occidentale con un impeccabile completo  scuro ed emana autorità, il secondo è un ufficiale dell’Esercito Popolare ed il terzo indossa un costume completamente rosso a parte guanti, stivali, cintura e le stelle sul petto, che sono gialli.

             L’uomo dal vestito scuro si ferma a contemplare i corpi stesi davanti a lui, poi si rivolge all’uomo in costume:

-Che ti sia di monito, Mínzú jīngshén[4]  uccidere il Mandarino non è un compito facile.-

-Non l’ho mai pensato.- replica l’altro ed aggiunge -E non sono nemmeno spaventato.-

-Forse dovresti esserlo. Il Mandarino è probabilmente la più grande minaccia che la Repubblica Popolare abbia mai dovuto fronteggiare.-

            E su questo l’eroe patriottico chiamato Spirito del Popolo non nutre alcun dubbio.

 

 

2.

 

 

            Andrew Chord osserva i partecipanti alla cena di benvenuto offerta dal governo del Sin-Cong in onore degli ospiti della REvolution e delle Fondazioni Stark e Taylor.

            Quasi tutti i presenti hanno scelto uno stile formale ma non troppo. Jim Rhodes e Glenda Sandoval siedono l’uno accanto all’altra e per chi sa leggere il linguaggio del corpo è abbastanza evidente che tra quei due c’è stato qualcosa in passato. Per quanto Chord ne sa, Rhodes è sposato con una bianca di Los Angeles a cui, a vederla si darebbero origini scandinave nonostante il cognome francesizzante: Lacoste. Anche la Dottoressa Sandoval deve essere o deve essere stata sposata ma è anche abbastanza chiaro che preferisce non parlarne. È qualcosa che Rhodes sa, è evidente anche questo, comunque non sono affari suoi.

            Chord sposta l’attenzione sugli altri commensali: i funzionari governativi siedono rigidi ed impettiti. Alcuni vestono secondo lo stile del posto, altri all’occidentale. La loro interprete Anna Wei ha scelto un cheongsam[5] aderente con spacchi laterali che ha suscitato nei funzionari sia occhiate interessate che di riprovazione. Lei non sembra curarsene. È decisamente sexy e sa di esserlo.

            Calma i bollori, si dice Chord, quella ragazza è abbastanza giovane da poter essere tua figlia, quella stessa figlia che non senti da troppo tempo.

            In ogni caso, non è sua figlia e da come lo guarda è chiaro che non disdegnerebbe un approccio. Chord non si sente ancora troppo vecchio da non considerare la cosa ma ci sarà tempo più tardi per pensarci.

 

            Rebecca Bergier termina di parlare e tra coloro che l’ascoltavano è Mike O’Brien a parlare per primo:

-Sapevo già che Indries Moomji era tornata a New York ma ne avevo perso le tracce.-

-Lo sapevi e non mi hai avvertita?- esclama la donna -Mi è quasi venuto un mezzo colpo quando me la sono vista passare davanti al ristorante ieri sera.-[6]

            Rebecca guarda i volti dei due uomini e delle due donne davanti a lei ed un’improvvisa consapevolezza la colpisce come una frustata.

-Voi lo sapevate tutti e siete stati zitti. Perché?-

-Volevamo… beh…- borbotta Happy Hogan.

-Avevate paura che sapendo che era tornata mi imbottissi di nuovo di pillole come quando ho appreso che mi aveva sedotta per avere accesso ai segreti della Fondazione?[7] È davvero questo che temevate?-

            Il silenzio che segue è la più eloquente delle risposte.

-Capisco.-conclude amaramente la donna -Beh, lasciate che vi dica che la lezione mi è servita e ora sono più forte. Adesso aggiornatemi su quel che sapete e non nascondetemi niente stavolta.-

-Non c’è molto da dire.- replica Mike -Sapevamo che Indries era stata mandata ad agganciare il finanziere Vincent Vandergill ma non sappiamo perché.-

-Vandergill è membro di diversi consigli societari ed è l’attuale C.E.O. della Osborn Corporation…- spiega Tony Stark -… e la Oscorp è oggetto di un’OPA[8] lanciata dalla Stark-Fujikawa a cui lui si era dichiarato favorevole.-

-Pensi che tuo cugino Morgan abbia assoldato India… Indries… per convincere questo Vandergill?- chiede Rebecca.

-Lui o uno degli altri. Sarebbe nello stile di Sunset Bain o di Ezekiel Stane.-

-Mi chiedo, però, qual è il ruolo del Conte Nefaria in tutto questo.- commenta Mike O’Brien.

            Non ti sarà facile scoprirlo, amico mio, pensa con un lieve sorriso Bethany Cabe, Responsabile della Sicurezza della REvolution, una donna che sotto i capelli rossi e splendidi occhi verdi nasconde un segreto che inquieterebbe non poco le persone che sono con lei in questo momento.

 

            Hong Kong è una Regione Amministrativa Speciale della Repubblica Popolare Cinese che gode di un’ampia autonomia, cosa conveniente per tutti.

            Nel Distretto di Kowloon, il cui nome significa Nove Draghi, sorge un grattacielo, una torre di vetro e acciaio, che si erge orgogliosa verso il cielo. È la sede della Temujin Enterprises, una multinazionale, un conglomerato, per essere più precisi, i cui interessi spaziano in vari campi e varie nazioni.

            All’ultimo piano di questa torre si trova un largo e spazioso ufficio dall’arredamento sfarzoso, dove oggi si trovano due uomini e una donna tutti cinesi.

            Dietro un’ampia scrivania vicino ad una grande finestra su una poltrona dirigenziale siede il suo Presidente e capo assoluto. Indossa un completo verde scuro, una camicia bianca, una cravatta a righe, i capelli sono neri e corti, i baffi hanno il classico taglio alla mongola, le sue dita sono lunghe e ben curate, senza alcuna traccia di anelli. Si fa chiamare Charles Yuan ma il giovane uomo dal cranio rasato che indossa un gessato scuro ed i cui lineamenti tradiscono un’evidente somiglianza con lui e la ragazza che invece indossa un cheongsam verde smeraldo lo conoscono con un altro ben più temibile nome.

-Ho un compito per ciascuno di voi, figli miei.- dice infine l’uomo alla scrivania.

            I due fanno un riverente inchino ed il ragazzo replica:

-Comanda, padre, e noi obbediremo.-

            Charles Yuan sorride e ribatte:

-So che lo farai, Temugin. Posso contare sulla tua lealtà. Tornerai negli Stati Uniti ed userai le informazioni che hai sottratto in modo così brillante alla REvolution.-

-Mi sono fatto sorprendere, padre, e ciò è indegno del figlio del Mandarino.-

-Indubbiamente.- commenta la ragazza.

-Silenzio!- le intima Yuan -Parlerai quando sarà il tuo turno, figlia, non prima.-

            La ragazza tace ed abbassa il capo e suo padre prosegue rivolto al fratello:

-Come ho detto, tornerai negli Stati Uniti e completerai il tuo compito come stabilito da tempo.-

-Come desideri, padre.- replica il giovane chiamato Temugin -Sarò l’implacabile strumento della tua vendetta.-

            Il Mandarino sorride e si rivolge alla figlia:

-Tu, Yánjùn, andrai in Indocina a supervisionare i miei progetti laggiù. I miei agenti laggiù ti presteranno obbedienza ed i tuoi ordini saranno i miei. Ti avverto: dovrai affrontare l’opposizione del lacchè di Stark chiamato War Machine e dell’agente dell’Anquan Bu che si fa chiamare Spirito del Popolo.-

            La ragazza sorride sinistramente e chiede:

-Posso ucciderli entrambi padre?-

-Il negro solo se non puoi farne a meno, quanto al cosiddetto Spirito del Popolo, mi aspetto che tu faccia avere la sua testa a quegli idioti di Pechino che si credono padroni della Cina.-

            Il Mandarino si appoggia alla poltrona e congiunge le mani all’altezza delle labbra, mani che diventano verdi, scagliose ed artigliate, mentre sulle dita compaiono anelli multicolori. Sul suo viso un sorriso maligno.

 

 

3.

 

 

            Indries Moomji si riveste senza nemmeno guardare l’uomo addormentato sul letto alle sue spalle. Un utile idiota e nulla di più, pensa.

            Quelli come lui può rigirarli come vuole. Farebbero tutto ciò che vuole compreso porre fine alla loro miserabile vita se glielo chiedesse e qualcuno lo ha anche fatto dopo che lei li ha spezzati. Prova solo disprezzo per loro.

            Esce dall’appartamento ed estrae un cellulare che ha un solo numero in memoria. Preme il pulsante ed un attimo dopo è in linea.

-Sono io.- dice -Farà tutto quel che vuoi…. O meglio: quello che voglio io. Accredita la seconda parte del pagamento concordato sul conto che sai e la prossima volta dammi un compito più difficile, mi sto annoiando.-

            Spegne il cellulare, lo ripone nella borsetta e una volta uscita all’aperto si guarda intorno in cerca di un taxi.

 

            Ezekiel Stane ripone il cellulare e si rivolge alla bella ragazza sui diciott’anni. Capelli neri e corti e lineamenti orientaleggianti, seduta davanti a lui::

-Scusa l’interruzione, Sasha, stavi per chiedermi qualcosa?-

-Ti stavo per chiedere se vai a letto con mia madre.- risponde Sasha Hammer.

            Il boccone che Zeke ha appena inghiottito gli va quasi di traverso. Gli ci vuole qualche secondo per ribattere:

-Sei sempre così diretta?-

            Sasha sfodera uno dei suoi migliori sorrisi e replica:

-Sempre. Allora è così? Non ci sarebbe nulla di strano: anche se è più vecchia di te, è una donna molto sexy e anche molto determinata quando vuole qualcosa o qualcuno… proprio come me.-

-E tu cosa vuoi, Sasha?- le chiede Zeke cercando di mostrare indifferenza.

-Al momento te e se sei uno degli amanti di mia madre, questo rende le cose più divertenti.-

            Zeke si chiede se non si troverebbe meglio in un nido di vipere che preso in mezzo tra madre e figlia, ma non può lamentarsi: per lui più il gioco è pericoloso, più è divertente.

 

            Il Tenente Generale John Arthur Ryker finisce di indossare l’alta uniforme dell’Esercito e si guarda allo specchio.

            Oggi deve presentarsi alla prima udienza della Corte Marziale riunita per giudicarlo per vari capi d’accusa tra cui quella più infamante: tradimento. Ha già deciso che non si difenderà, non contesterà le accuse e non lo farà semplicemente perché sono vere. Lo degraderanno e lo rinchiuderanno in una prigione da cui non uscirà più ed è quello che merita.

            Si guarda ancora allo specchio e vede l’immagine di un uomo distrutto, un uomo che ha perso tutto. No, non è corretto. In realtà gli è rimasta ancora una cosa ma presto perderà anche quella: la dignità.

            Non può permettere che gliela portino via e non accadrà. Ha chiesto di presentarsi davanti ai giudici in alta uniforme un’ultima volta e glielo hanno accordato. Sono militari anche loro è hanno capito.

            È stato accompagnato, scortato è più corretto, sino a casa sua e gli hanno concesso di restare da solo mentre si vestiva, il che è proprio quello che lui sperava che facessero.

            Si aggiusta la cravatta e si sistema il berretto. Medaglie e decorazioni sono appuntate correttamente. È soddisfatto di quel che vede.

            A questo punto apre l’armadio e preme un certo meccanismo che apre uno scomparto segreto da cui estrae una pistola Browning dal calcio di madreperla. Contava sul fatto che non l’avrebbero trovata. Fa  un rapido controllo per essere sicuro che l’arma sia ancora efficiente poi richiude di nuovo l’armadio e torna a guardarsi allo specchio.

            Il Tenente Generale John Arthur Ryker rivolge i suoi ultimi pensieri a sua moglie, strappatagli via troppo presto dal cancro, e a sua figlia, che ha scelto di morire piuttosto che vivere nella sofferenza di una lenta agonia, poi si infila la canna della pistola in bocca e preme il grilletto.

            L’eco dello sparo echeggia a lungo nella casa.

 

 

4.

 

 

            Sunset Bain non viene spesso a Riverdale nel North Bronx, uno dei quartieri più eleganti e costosi di tutta New York City, vera isola felice nel distretto notoriamente più povero della Grande Mela .

            La sua meta è una palazzina interamente di proprietà della Stark-Fujikawa ed i cui appartamenti sono utilizzati come foresteria per visitatori importanti. A Sunset ne interessa uno in particolare in cui entra usando la sua chiave.

-William, sei in casa?- chiede.

            Nessuna risposta. Deve essere uscito nonostante lei gli avesse raccomandato di non farlo. Sta diventando sempre più difficile da controllare.

            Sunset avanza nell’appartamento che trova sorprendentemente in ordine. Lui non le sembrava il tipo da maniaco della pulizia ma a volte ci si sbaglia a giudicare le persone ed anche se non l’ammetterebbe mai con nessuno, lei teme di aver fatto un errore di giudizio.

            Sta per entrare nella cucina quando qualcosa saetta davanti a lei conficcandosi nello stipite della porta.

-Non farlo mai più.- dice una voce maschile.

            Sulla soglia della camera da letto è apparso un uomo a petto nudo dai capelli castani e occhi azzurri.

-Che ti è saltato in mente?- esclama Sunset -Sei…-

            Sta per dire “pazzo” ma si frena appena in tempo.

-Se provi di nuovo ad entrare in casa mia senza avvertirmi, ti ucciderò.- replica con voce calma l’uomo recuperando il pugnale che ha appena scagliato.

            Ne sarebbe capace, pensa la donna reprimendo un brivido. Deve anche ammettere che più che spaventata si sente eccitata. Le situazioni pericolose hanno quest’effetto su di lei.

            Si avvicina all’uomo e gli sfiora il petto dicendo:

-Hai ragione, avrei dovuto chiamarti prima di venire ma ero impaziente di vederti… ho un compito speciale per te.-

-Uhm…- borbotta l’uomo -… l’unica cosa che voglio è l’opportunità di vendicarmi di Tony Stark per quel che mi ha rubato.-

-Avrai presto la tua occasione, te lo assicuro, ma prima devi fare una cosa per me: un incarico adatto alle tue capacità e che solo tu puoi portare a termine.-

-Io… va bene. Dimmi cosa vuoi che faccia.-

            Uomini, pensa Sunset. Pazzi o meno che siano, è così facile manipolarli.

 

            Katherine Joanna Stark ha 13 anni, un’età ingrata in cui non si è più bambini ma non si è nemmeno ancora adulti, in cui ai cambiamenti del corpo si accompagnano quelli della mente. È così che si sente Kathy adesso: i suoi pensieri ed i suoi sogni di poco tempo prima le sembrano estranei. Ora ha nuove idee e nuove esigenze, perché i cosiddetti adulti non lo capiscono?

            La limousine mandata da suo padre a prenderla da scuola la lascia davanti all’ingresso della Stark Tower e l’autista le chiede:

-È davvero sicura Miss Stark?-

-Certo che lo sono.- ribatte Kathy irritata -Sono capacissima di attraversare l’atrio e prendere l’ascensore da sola. Tu porta Howie e Andy nell’attico. Ci vedremo lì.

            La ragazza saluta in fretta i suoi due fratellastri più piccoli e scende rapidamente dall’auto. Non degna di uno sguardo la limousine mentre si dirige verso il garage sotterraneo ed  entra nella torre. Saluta il portiere e si dirige verso gli ascensori ed è lì che trova due ragazzi biondi, uno della sua età e l’altro più grande ed è su questo che si fissa il suo sguardo mentre sulle sue labbra appare un sorriso.

-Ciao Kathy.- la salutano quasi all’unisono.

-Tommy… Kevin.- replica lei con finta indifferenza mentre pensa che Tommy Byrnes sia il ragazzo più bello che abbia mai visto. Magari lui la pensasse allo stesso modo su di lei.

 

            Tony Stark fa una smorfia di disappunto mentre osserva il cellulare.

-Problemi?- gli chiede la sua compagna di vita e fidata collaboratrice sul lavoro Virginia Potts, detta Pepper.

-Non ne sono sicuro.- risponde lui -Ho appena chiamato la Stark-Fujikawa per parlare dell’ultima versione dello Starkphone ma sia Sunset Bain che Rumiko Fujikawa non sono in ufficio.-

            Pepper fa un sorrisetto malizioso e replica:

-Suppongo che tu abbia ancora il numero di cellulare di Rumiko.-

-Non so se mi risponderebbe. Non siamo esattamente in buoni rapporti, lo sai.-

-Chissà come mai, mi chiedo.-

            Tony abbozza un sorriso.

-Ammetto di non essermi comportato bene con lei.- dice -Probabilmente è vero anche per altre donne del mio passato.-

-E spero che rimangano nel tuo passato. Ma non è delle tue ex che voglio parlare adesso anche se mi sembra di esserne circondata. C’è qualcosa che ti preoccupa e non è solo la tua joint venture con la S-F per lo Starkphone.-

-Non ti posso nascondere nulla. Nick Fury mi ha fatto sapere che il Mandarino si è rifatto vivo in Cina. Temo che sia solo il preludio ad un nuovo attacco.-

-Probabilmente hai  ragione ma non permetterò a questi cupi pensieri di rovinarci la serata e c’è ancora tempo prima di cena.-

            Pepper si china su Tony e lo bacia appassionatamente. Tony risponde al bacio e proprio in quel momento Andy Stark, anni sei, e Howie Finch, anni undici, fanno il loro ingresso nell’attico

-Papà, mamma!- urla Andy.

            Pepper sospira. I figli sono una cosa meravigliosa, pensa, ma hanno un talento invidiabile nel rovinarti la vita sessuale.

 

 

5.

 

 

            È stata una lunga giornata per Jim Rhodes. Ancora una volta, mentre si  libera della giacca e quindi della camicia, che getta su una sedia, si ritrova a pensare che una battaglia senza quartiere con un supercriminale deciso ad ucciderlo sarebbe meglio di quelle trattative commerciali che gli orientali sanno rendere ancor più elaborate e complicate. Sua moglie Rae se la sarebbe cavata meglio di lui ci scommette.

            A proposito di Rae, a New York è mattina, potrebbe chiamarla. Vederla e sentirla, sia pure via Skype, lo farà sicuramente sentire meglio.

            Sta per chiamare quando sente il rumore di qualcosa che si rompe nella stanza accanto alla sua e per  un uomo d’azione come lui decidere di controllare e farlo sono praticamente la stessa cosa.

            Bussa alla porta di collegamento dicendo:

-Glenda, va tutto bene?-

            Passano pochi istanti e si ode lo scatto della serratura, poi la porta si apre ed appare sulla soglia Glenda  Sandoval in camicia da notte.

            Basta guardarla in viso per capire che ha appena smesso di piangere.

 

            Sul passaporto rilasciato dall’Autorità Amministrativa Speciale di Hong Kong il nome del giovane cinese che esce dall’Aeroporto J.F.K. di New York è Terence Yuan, Vice Presidente Esecutivo delle Temujin Enterprises.

            Un travestimento fragile e trasparente, pensa il giovane mentre sale su una limousine in attesa, ma lui non è qui per nascondersi dopotutto.

            Il suo scopo è estinguere un debito d’onore, forse più d’uno e non tornerà  a casa prima di averlo fatto.

 

            La giovane donna di nome Anna Wei esce dalla stanza di  Andrew Chord e percorre il lungo corridoio ma, invece di tornare nella sua camera, prende un ascensore e raggiunge l’ultimo piano.

            Dopo una lieve esitazione bussa ad un portone finemente decorato e viene, quindi, ammessa in una lussuosa suite.

            Al centro della sala, mollemente seduta su un divano, sta una giovane donna che indossa un cheongsam verde.

-Come procedono le cose?- chiede senza preamboli.

-Non ho potuto agganciare James Rhodes ma Andrew Chord è mio.- risponde Anna.

-Basterà.- replica seccamente l’altra -A Rhodes penserò io. Si pentirà amaramente di aver osato opporsi al Mandarino.-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Poco davvero da dire su quest’episodio. Possiamo innanzitutto dire che è sostanzialmente un lungo prologo in cui non appaiono, non in armatura almeno, né Iron Man né War Machine e si presta molta attenzione ai rapporti interpersonali dei vari personaggi.

            Se desiderate l’azione, verrete ripagati dell’attesa nel prossimo episodio  ve lo prometto.

            Nel  frattempo, poche, brevi, note:

1)    Il Sing-Cong è uno Stato fittizio che la Marvel ha usato come sostituto del Vietnam in diverse circostanze .

2)    Dwayne Taylor è anche il supereroe urbano Night Trasher ed è stato creato da Tom De Falco & Ron Frenz su Thor Vol. 1° #411 datato  dicembre 1989.

3)    Andrew Chord è stato il tutore legale ed il mentore di Dwayne ed è anche il padre della supereroina Silhouette. È stato creato sempre  da Tom De Falco & Ron Frenz su Thor Vol. 1° #411 datato  dicembre 1989.

4)    Anna Wei è basata sull’omonimo personaggio  creato da Chris Claremont su Iron Man Annual 2001 datato ottobre 2001.

            Nel  prossimo episodio: il Mandarino attacca su tre fronti, ma cos’ha davvero in mente? In più: qual è la missione del misterioso alleato di Sunset Bain? Questo e molto altro.

 

 

Carlo



[1] Ministero per la Sicurezza dello Stato. In pratica il servizio segreto della Repubblica Popolare Cinese.

[2] Sigla di Limited Liability Partnership, Società a Responsabilità Limitata.

[3] Per saperne di più leggete il nostro Marvel Knights.

[4] Spirito del Popolo in Cinese Mandarino

[5] Il tradizionale abito femminile cinese.

[6] Ovvero nello scorso episodio.

[7] Come visto nell’episodio #51.

[8] Offerta Pubblica di Acquisto.